Giovanni F. Bignami

"L'esplorazione dello spazio "

recensione di Gianni Tigani Sava

 

I motivi della scelta:

Sostanzialmente sono due i motivi della scelta di recensire questo libro.

Il primo deriva dalla ricorrenza nel 2007 dei 50 anni di esplorazione spaziale di cui tanto si sta parlando.

Il secondo viene dall’aver partecipato alla conferenza di presentazione del libro tenutasi in maggio a Ravenna nella Sala D’Attorre. Il libro, in quella occasione, fu presentato dalla moglie dell’autore.

Non nascondo di aver provato un certo scetticismo iniziale nell’accingermi a questo compito, scetticismo dovuto al fatto che dell’argomento tutti parlano e scrivono ormai da mesi. Inoltre il testo in questione è di appena 130 pagine in una edizione tascabile. Troppo poco per esaurire l’argomento.

Invece la lettura è stata piacevole, interessante e per certi versi anche illuminante.

Ed in questa recensione tenterò di riassumere il perchè.

Il Libro:

Autore: Giovanni F. Bignami, docente di Astronomia all’Università di Pavia, direttore del maggiore centro spaziale di Francia, il CESR di Toulouse, ex presidente dell’A.S.I. e attuale presidente del consiglio scientifico dell’E.S.A. Si dedica da anni anche alla divulgazione.

Titolo: L’esplorazione dello spazio

Sottotitolo: Alla scoperta del sistema solare

Casa Editrice: Il Mulino, collana “Farsi un’idea”

Prezzo:8.80 Euro

Pagine: 135

Indice:

1. La comprensione del sistema solare

2. I primi trent’anni dello spazio

3. Su Marte ieri e oggi

4. Al di là di Marte e degli asteroidi

5. Da Giotto a Rosetta: a caccia di comete e asteroidi

6. Così tante stelle, così pochi pianeti?

7. Così tanti pianeti, una sola vita?

8. Lezioni dal passato e proposte per il futuro

Bibliografia consigliata

La domanda sorge ovvia: ci può essere dell’originalità nel trattare questo argomento dopo quanto è stato detto e/o scritto soprattutto in questo anno? Ebbene SI.

Innanzitutto colpisce l’estrema, ma “lucida”, capacità di sintesi. Se avessi dovuto scrivere io sugli stessi argomenti avrei prodotto una collana di numerosi volumi di centinaia di pagine. In questo libro tascabile niente è stato trascurato riguardo la storia della conoscenza dello spazio da parte dell’uomo. Come è possibile tutto questo in così poco spazio? Evidentemente c’è divulgatore e divulgatore. Bignami sembra essere un maestro. E’ capace di condensare sapientemente in poche righe il travagliato cammino del pensiero dell’uomo partendo da G. Bruno e Copernico per arrivare a Galileo, Newton e Keplero.

Maestro dunque nell’individuazione dell’ “essenziale”.

Molti di noi apprendisti divulgatori potrebbero imparare tanto dal suo stile. Di capitolo in capitolo veniamo accompagnati nella esplorazione e nella conoscenza dello spazio che ci circonda partendo dalla millenaria osservazione visuale del cielo, passando poi a quella fatta con telescopi sempre più potenti, raccontando dei primi lanci di sonde e satelliti, descrivendo l’epopea delle missioni Apollo, spiegando in maniera affascinante e coinvolgente come, al pari della conquista del West in America, anche nello spazio, negli ultimi decenni la frontiera si sia spostata sempre più in là fino a raggiungere le estreme propaggini del sistema solare con le sonde Pioneer e Voyager.

Come si può raccontare questo libro allora? Non certo facendone il sunto. Sarebbe banale e poi si rischierebbe di fare un sunto del sunto. Allora ho pensato che un’idea originale potrebbe essere quella di trovare uno o più fili conduttori nel racconto dell’autore, un pensiero ricorrente che riaffiora a tratti durante l’esposizione.

Ne ho individuati alcuni.

Più volte si fa riferimento, per esempio, alla figura di Giordano Bruno e al tema della “pluralità dei mondi possibili”

Altro tema ricorrente è quello della chiesa e del suo rapporto con la scienza; viene più volte ricordata l’influenza negativa che la chiesa ha avuto nei secoli sul cammino già di per sé faticoso del pensiero scientifico.

Ricorrente poi traspare la consapevolezza che quello che oggi appare impossibile domani potrebbe essere una scontata normalità

Ultimo tema che riaffiora spesso è l’annosa questione “A che pro l’esplorazione dello spazio?” , “Lo spazio: perchè?”

Così a pagina 11 si legge:

“L’esplorazione dello spazio e del sistema solare intorno a noi ha arricchito noi stessi e la nostra cultura. ..... Nulla come l’esplorazione dello spazio ci dà la padronanza delle tecnologie necessarie, per esempio, per osservare e capire meglio, proprio dallo spazio, il mondo dove abitiamo.”


Veniamo al libro.

INTRODUZIONE:

Già la sola introduzione, cinque brevi facciate, è un capolavoro di sintesi e di essenzialità. Bignami propone come vera data per l’inizio dell’esplorazione spaziale non il 4/10/57, data in cui l’URSS mette in orbita il primo Sputnik, ma il 5/10/59 , data in cui il Lunik III mandò sulla Terra le prime immagini della faccia nascosta della Luna. Era la prima volta che l’uomo poteva vedere un simile spettacolo che la natura da sempre gli aveva precluso. E’ già nell’introduzione che compare la figura di G. Bruno quando si afferma che 4 secoli dopo il suo rogo in ‘Campo dei Fiori’ è stato scoperto il primo pianeta extrasolare.

Sempre nell’introduzione si comincia a parlare della Chiesa e dei problemi da sempre avuti nel gestire l’avanzare della ricerca scientifica e nel conciliare le “ragioni” del progresso scientifico con le “ragioni” della fede.

A pagina 10 per esempio si legge:

“Insomma penso che ci abitueremo presto, anche oggi, all’idea di non essere la sola forma di vita nell’universo. In fondo, anche Cristoforo Colombo creò un problema alla chiesa riportando in Europa quelli che erano indubbiamente uomini ma che difficilmente potevano discendere direttamente da Adamo. La chiesa trovò comunque una soluzione anche al problema della loro anima e del loro peccato originale.”

 

CAPITOLO 1: La comprensione del sistema solare

Il tema del primo capitolo è il numero magico 4440

L’uomo si dedica all’osservazione visuale del cielo da almeno 4000 anni. A tanto risalgono le prime fonti attendibili di osservazione astronomica.

Ma è solo da 400 anni che osserva al telescopio l’universo, grazie a Galileo.

L’esplorazione dello spazio e l’astronomia in ‘situ’ viene praticata da circa 40 anni.

In questo bellissimo capitolo viene raccontata, con essenzialità, ma completezza, la storia dell’astronomia attraverso i suoi uomini di punta. Non è dimenticato nessuno. Ci sono Galileo, Keplero, Newton (la gravitazione e i pianeti), Cassini e Huygens (Saturno), Halley (le comete), Herschel (Urano), Piazzi (il primo asteroide, Cerere).

E si procede ripercorrendo le tappe della conoscenza dell’intero sistema solare: lo spettro del Sole, la struttura degli anelli di Saturno, la fisica delle reazioni solari, la scoperta matematica di Plutone, la cintura di Kuyper sorgente delle comete a breve periodo, la nube di Oort, culla delle comete a lungo periodo o non periodiche. I confini del sistema solare vengono estesi fino ad un anno luce dal Sole cioè fino ad un quarto di strada dalla stella più vicina a noi, Proxima Centauri (4 A.L.).

 

CAPITOLO 2: I primi trent’anni nello spazio

Rappresenta il vero inizio della nostra storia. Ci sono lo Sputnik, il Lunik, la guerra fredda, Kennedy, Krusciov, Von Braun, l’Apollo 11, il Vietnam e poi ancora Venere, Marte fino alla tecnica tutta italiana (Giuseppe Bepi Colombo) della ‘fionda gravitazionale’ e dei ‘fly by’.

Tutto è raccontato come un romanzo ma con la profondità dell’analisi di un tecnico esperto e competente. La narrazione però non è mai una marcia trionfale. L’autore non manca di ricordare e sottolineare anche gli errori a volte tragici, i fallimenti e le delusioni.

 

CAPITOLO 3: Su Marte ieri e oggi.

E’ emblematico il titolo del primo paragrafo: “Una storia fatta anche di fallimenti”

Vengono raccontate e analizzate le tecniche di atterraggio su Marte. Viene timidamente accennato anche il termine ‘ammartaggio’. Ma personalmente io mi fermerei alla Luna con allunaggio. Da lì in avanti si rischia di scivolare nel ridicolo. Pensiamo ad un ‘ aggiovare ‘ oppure ‘assolare’.

Bignami espone con competenza una serie di problemi legati alla esplorazione d Marte: la ricerca dell’acqua, le tecniche di analisi del suolo e della tenue atmosfera del pianeta.

 

CAPITOLO 4: Al di là di Marte e degli asteroidi

Viene narrata come in un romanzo la fantastica storia delle sonde Pioneer e Voyager progettate e costruite per sopravvivere nello spazio profondo.

Pioneer 7, lanciato nel ’66, previsto per una durata di almeno sei mesi, nel ’97 mandava ancora segnali dai suoi strumenti.

Forse non ci pensiamo ma ci sono diversi problemi pratici da superare in queste missioni ai confini del sistema solare. Per esempio occorrono circa 80 minuti ad un segnale radio per percorrere lo spazio che ci separa da Saturno (1.426.000.000 Km). Non è possibile effettuare manovre teleguidate. Ogni manovra deve essere programmata su computer di bordo ed eseguite in maniera autonoma.

 

CAPITOLO 5: Da Giotto a Rosetta: a caccia di comete e asteroidi

E’ un capitolo interamente dedicato a comete e asteroidi.

 

CAPITOLO 6: Così tante stelle, così pochi pianeti?

Siamo arrivati ai pianeti extrasolari. E quindi ritorna Giordano Bruno. Si riparla di questo illustre e sfortunato personaggio per arrivare fino al primo pianeta extrasolare ipotizzato, individuato e scoperto: ruota intorno a 51 Peg. Parlare di pianeta è forse in questo caso ancora improprio. Si tratta infatti di un gigante gassoso, più vicino alla sua stella di quanto lo sia Mercurio al Sole. Ha un periodo orbitale di soli 4 giorni. Difficilmente offrirà possibilità di qualunque forma di vita.

Nel capitolo vengono illustrati e spiegati i metodi per la ricerca dei pianeti extrasolari.:

  • il metodo dei transiti che permette di valutare il raggi dell’ipotetico pianeta;
  • il metodo delle velocità radiali che permette di valutarne invece la massa e l’orbita;
  • e altri metodi ancora più sofisticati.

Viene riportata anche, a pag. 100, una statistica di quanto si conosce sui pianeti extrasolari aggiornata al settembre del 2006.Eccola.

205 pianeti extrasolari di cui

193 scoperti con il metodo delle velocità radiali di cui

20 pianeti in sistemi multipli per un totale di 165 sistemi planetari

4 scoperti con il metodo microlensing

4 con immagini dirette

4 individuati intorno a pulsar radio

 

CAPITOLO 7: Così tanti pianeti, una sola vita?

E’ il capitolo forse più delicato dal punto di vista del rapporto fra scienza, religione e filosofia.

Molto interessante il BOX 6 in cui si tenta di rispondere alla domanda: ma in definitiva che cosa è la vita?

E’ la domanda fondamentale visto che siamo alla ricerca proprio della vita nel nostro universo. Quante probabilità ci sono che esista la vita nello spazio che si estende da Marte a tutta la nostra Galassia? La risposta ovviamente è contenuta nella famosa equazione proposta da Drake.

Fu proposta negli anni '60 da Frank Drake come tentativo di stimare il numero di civiltà extraterrestri intelligenti presenti nella nostra Galassia.

La formula è la seguente:

N = R* fp ne fl fi fc L

Il significato dei parametri che nella formula sono moltiplicati fra loro è il seguente:

N è il numero di civiltà extraterrestri evolute che potremmo contattare nella nostra Galassia.

R* è il tasso di formazione stellare nella Via Lattea

fp è la frazione di stelle che possiedono pianeti

ne è il numero di pianeti per sistema solare in condizione di ospitare forme di vita

fl è la frazione dei pianeti ne che ha effettivamente sviluppato la vita

fi è la frazione dei pianeti fl su cui si sono evoluti esseri intelligenti

fc è la frazione di esseri intelligenti in grado (e con la volontà) di comunicare

L è la stima della durata di queste civiltà evolute

Si intuisce che l’aspetto più critico è proprio la stima dei parametri. Una loro possibile stima potrebbe essere quella proposta inizialmente da Drake e collaboratori :

R* = 10 per anno,

fp = 0.5,

ne = 2,

fl = 1,

fi = fc = 0.01,

L = 10 anni.

Il valore R* (tasso di formazione stellare) è forse quello più certo. Anche fp (stelle con pianeti) è relativamente meno dibattuto ed è possibile iniziare a dare un valore anche grazie alle prime osservazioni di pianeti extrasolari a partire dagli anni '80.

Gli esobiologi possono tentare di fornire un valore per ne e fl ma ci sono dubbi sulle tipologie di stelle che possono offrire condizioni adatte per lo sviluppo della vita. È necessaria l'emissione di una certa quantità di radiazione ultravioletta perché la vita possa avere inizio, mentre la presenza di raggi X è dannosa. Secondo alcune ipotesi il valore di fl può essere elevato.

fi, fc ed L sono ben più difficili da proporre. È possibile che l'evoluzione della nostra civiltà sia avvenuta in seguito ad una precisa combinazione di eventi, difficilmente ripetibile. La durata di vita di una civiltà può essere limitata dalla possibilità di autodistruzione nucleare o da eventi naturali catastrofici, quali l'alterazione del clima o l'impatto di meteoriti. Drake ipotizzò una stima minima di 10 anni, ovvero all'epoca il periodo di tempo dal quale l'umanità aveva iniziato ad inviare segnali radio nel cosmo (in particolare involontariamente con la televisione). Per lo stesso motivo oggi si può ragionevolmente indicare un periodo di 50 anni.

Applicando i parametri di Drake si ottiene un valore di N = 0,01.

Stabilendo L=50 il risultato diventa N = 0,05.

Altre stime dei parametri, altrettanto plausibili, ma più ottimistiche, danno risultati di ordine opposto: posto R* = 20/anno, fp = 0.1, ne = 0.5, fl = 1, fi = 0.5, fc = 0.1 ed L = 100.000 anni, si ottiene N = 5000.

Le stime più ottimistiche però si scontrano con il paradosso di Fermi, ovvero se esistono tante civiltà in grado di contattarci, perché questo non è ancora avvenuto?

Bignami non può non fare riferimento anche a questo paradosso ed al suo autorevole sostenitore.

A pag. 119 viene riportata l’amara riflessione di Fermi:

“Ma perchè gli extraterrestri intelligenti, se ci sono, non ci hanno ancora contattato? Se veramente esistono da qualche parte nella galassia e se sono così tanti, una civiltà dovrebbe essere riuscita a superare le barriere tecnologiche e a trovare il modo di entrare in contatto con noi.”

Purtroppo non c’è tuttora una risposta possibile a questa obiezione.

Infatti sia che N sia molto minore di uno sia molto maggiore, il dato si scontra con i fatti realmente osservati, ovvero N = 0 : la nostra civiltà è l'unica attualmente a noi nota.

Il capitolo è concluso illustrando i vari progetti attualmente in opera per la ricerca di una possibile intelligenza extraterrestre e quindi tra gli altri viene illustrato anche il famoso progetto S.E.T.I.

 

CAPITOLO 7: Lezioni dal passato e proposte per il futuro

Questo incoraggiante e ottimistico capitolo traccia la strada da seguire per i prossimi decenni. Ricordiamoci che Bignami è un esperto mondiale in questo campo. Per avere un’idea del tono e dei contenuti di questo piacevole capitolo consiglierei la lettura del primo paragrafo e della conclusione dell’ultimo.

 

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