Quella notte di 500 anni fa
La battaglia di Ravenna
di Franco Gàbici

La battaglia di Ravenna, 11 aprile del 1512

Non c’era la Luna, quella notte dell’11 aprile del 1512, a illuminare il campo di battaglia presso la riva destra del Ronco dove migliaia di uomini gridarono tutto il loro dolore alle stelle.

Ludovico Ariosto (1474-1533), incisione dal XIX secoloLo scenario della battaglia di Ravenna, degno della miglior descrizione foscoliana (Senti raspar fra le macerie e i bronchi / la derelitta cagna ramingando / su le fosse e famelica ululando), fu descritto molto efficacemente anche da Ludovico Ariosto (1474 - 1533), il poeta dell’Orlando Furioso che fu testimone oculare della battaglia.

Io venni – scrisse Ariosto – dove le campagne rosse
eran del sangue barbaro e latino
che fiera stella dianzi a furor mosse.
E vidi un morto all’altro sì vicino
che, senza premer lor, quasi il terreno
a molte miglia non dava il cammino.
E da chi alberga fra Garonna e Reno
vidi uscir crudeltà, che ne dovrai
tutto il mondo d’orror rimaner pieno
.

Nella battaglia, combattuta fra le truppe francesi e la Lega Santa di papa Giulio II, morì anche il giovane condottiero Gastone de Foix e nel 1557, sul luogo della strage, il Presidente di Romagna cardinale Pier Donato Cesi fece erigere un pilastro che i ravennati hanno sempre chiamato la colonna dei Francesi.

papa Giulio II Gastone di Foix [Milano, Castello Sforzesco, Agostino il Bambaja (ca 1480 - 1548] colonna dei Francesi
- papa Giulio II - Gastone di Foix [Milano, Castello Sforzesco, Agostino il Bambaja (ca 1480 - 1548] - colonna dei Francesi (1557) -

Al tempo della Rivoluzione Francese il Magistrato della città, temendo che la "colonna" potesse essere oggetto di vandalismi, la fece sotterrare ma dopo la burrasca la colonna tornò a segnare il campo di battaglia.

Santi Muratori (1874 - 1943)Molti hanno scritto su questa famosissima battaglia ma nel grande calderone delle celebrazioni è sfuggito un particolare curioso scovato da Santi Muratori (1874 - 1943), impareggiabile direttore della nostra Biblioteca Classense.

In un opuscoletto rarissimo conservato nella biblioteca di Chantilly si trova infatti un accenno alla Battaglia di Ravenna, sicuramente il primo riferimento letterario a questo famoso fatto d’arme.

Forse,- si legge nella prefazione -, quando l’opuscoletto venne alla luce, non era ancora passato un anno dal giorno che il fragore d’una grande battaglia aveva destato gli echi della divina foresta ravennate e che per la malinconica pianura di Classe era corso a fiotti "il sangue barbaro e latino".

Si tratta di un anonimo "poemetto buffonesco" pubblicato nel 1513 dal titolo "Novelle dell’altro mondo" dove, tra l’altro, si riporta un dialogo fra i due buffoni veneziani Taiacalze e Zuan Polo che si ritrovano nel mondo dell’al di là.
In quella dimensione ultraterrena il buffone Taiacalze non solo descrive le pene dell’inferno e le gioie del paradiso ma racconta al compagno d’arte Zuan Polo dei molti Capetanii de gente d’arme Francesi e Spagnoli che parteciparono alla sanguinosa Battaglia di Ravenna.
Qui, però, non ci sono vincitori e vinti perché Taiacalze convince Lucifero a beatificarli tutti e a condurli nella gloria del paradiso. Ma c’è un’altra curiosità nel poemetto che interesserà sicuramente gli astrofili.

In un canto, infatti, si legge questa interessante descrizione del cielo:

… ma qual io vidi l’Àries col Leone,
insieme con Acquario pien di zelo,
stupivan tutte quante le persone
che a drieto ne venian con maraviglia,
che mai fu visto più bel paragone.
Ma sollevando alquanto nostre ciglia,
la Maggior Orsa contro la Minore
scoprissemo ove el ciel più s’assottiglia;
ambe le Falze piene di splendore,
insieme Orion, furioso in volto,
che a navicanti rende gran timore…

La descrizione non è esatta, ma è pur sempre la testimonianza che le meraviglie del cielo hanno sempre affascinato poeti e letterati.

Per completare il quadro della "battaglia" ricordiamo che in quel lontano 11 aprile di cinquecento anni fa il Sole brillava nella costellazione dell’Ariete, Saturno era visibile per tutta la notte nella costellazione della Vergine (al confine con la Bilancia), Marte visibile dall’una di notte nella costellazione del Sagittario. Mercurio, infine, era visibile all’alba insieme a Giove e Venere in congiunzione.

Il cielo a mezzanotte del 11 aprile 1513 a Ravenna
Parte del cielo a mezzanotte del 11 aprile 1513 a Ravenna

 

- Planetario, Almanacco del duemiladocici -


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