PADRE GIOVANNI LAMBERTINI
di Franco Gàbici

Ricordo di padre Lambertini uno dei padri fondatori dell'Arar nel 1973.

Si sono svolti il 3 marzo 1997, nella chiesa di San Francesco di Faenza, i funerali di padre Giovanni Lambertini, il “francescano del presepio” che per quasi trent'anni ha svolto la sua missione nella parrocchia di San Francesco a Ravenna.

Nato a Castelmaggiore (Bologna) nel 1916, a dodici anni entra in seminario minore a Longiano, quindi passa nel 1933 ad Assisi per il noviziato. Studia filosofia e teologia ad Assisi e a Roma e nella capitale, dopo avereottenuto la licenza in teologia, viene ordinato sacerdote nel 1940. Dopo aver lavorato a Faenza, Longiano e Bagnacavallo, è a Ravenna nel 1954 dove rimane per quasi trent'anni fino al 1982, anno in cui viene trasferito a Faenza, dove resterà fino alla morte.

Figura notissima a Ravenna, dove insegnò nel Seminario e per un certo periodo anche nelle scuole pubbliche, padre Lambertini ereditò da San Francesco la passione per il presepio e il rispetto per le piccole cose.

E subito dopo la guerra realizzò a Ravenna il suo magnifico presepio, che continuò a perfezionare e ad elaborare fino a farne un capolavoro di genialità al punto che il presepio di padre Lambertini diventò famoso in Italia e anche all'estero. La sua passione per il Presepio fu per padre Lambertini una continua meditazione sul tema della nascita di Gesù e della sua incarnazione nel mondo. E attraverso il mistero della incarnazione, che fece nuove tutte le cose, padre Lambertini giunse alla contemplazione della natura e alla scoperta delle sue leggi. E questo aspetto è stato molto bene sottolineato nell'omelia della Messa funebre da monsignor Silvano Montevecchi quando ha definito padre Lambertini un “contemplativo”.

Padre Lambertini si pose di fronte alla natura con l'umiltà francescana del bambino e con il grande desiderio di sapere e di penetrare nel grande mistero del mondo. E questo suo atteggiamento sfociò naturalmente nell'altra grande passione della sua vita, l'astronomia. Insieme a don Dino Guerrino Molesi, infatti, fu il fondatore a Ravenna della Associazione Ravennate Astrofili Rheyta (ARAR) e molti devono a lui la passione per il cielo. Con un tubo da stufa trasformato in un rudimentale telescopio e piazzato su una sedia girevole da barbiere, fece innamorare del cielo parecchi giovani comunicando loro il senso della verticalità che conduce direttamente a Dio.

Qualsiasi piccola cosa, anche la più banale, nelle sue mani si trasformava. Perfino una scatola vecchia o un barattolo ricevevano da padre Lambertini dignità, perché la sua genialità sapeva trovare per loro un fine e un utilizzo. Stupiva grandi e piccini coi suoi famosi esperimenti e riusciva a tenere attento l'uditorio con le sue conferenze. Famosissimi, e di grande effetto, i tubi di neon che si accendevano miracolosamente fra le sue mani e che sembravano una aureola attorno alla sua figura serafica e sempre sorridente.

Per chi lo ha conosciuto da vicino, padre Lambertini non era solamente lo “scienziato”, ma era anche l'amico, il compagno delle allegrie, l'organizzatore dei giochi e delle commedie.

Molti parrocchiani di san Francesco hanno condiviso con lui anni spensierati e indimenticabili. Lo ricordo col suo spolverino e il basco sulle ventitrè in testa, indaffaratissimo attorno al suo presepe. Per lui era sempre Natale e Gesù Bambino nasceva tutti i giorni. Questa certezza gli dava pace interiore e serenità. La vita di padre Lambertini si è dipanata attraverso due grandi misteri: il presepio e il cielo stellato. E in questa passione possiamo leggere anche la sua eredità e il suo messaggio. Farsi piccoli per conoscere le meraviglie del cielo e per poter far nostre le cose veramente grandi.

 

“Resto del Carlino”, ? marzo 1997


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