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1481: Werner Heinsenberg Il Premio Nobel per la Fisica 1932 è stato assegnato a Werner Karl Heisenberg «per la creazione della meccanica quantistica, la cui applicazione ha portato, tra l’altro, alla scoperta delle forme allotropiche dell’idrogeno». |
1482: Renato Dulbecco Il Premio Nobel per la Fisiologia e la Medicina 1975 è stato assegnato congiuntamente a David Baltimore, Renato Dulbecco e Howard Martin Temin «per le loro scoperte riguardanti l’interazione tra virus tumorali e materiale genetico della cellula». |
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1483: Otto Hahn Il Premio Nobel per la Chimica 1944 fu assegnato a Otto Hahn «per la sua scoperta della fissione dei nuclei pesanti». |
1484: Svante Paabo L’Assemblea Nobel dei Karolinska Institutet decise di assegnare il Premio Nobel per la Fisiologia o la Medicina 2022 a Svante Pääbo «per le sue scoperte sui genomi degli ominidi estinti e sull’evoluzione umana». |
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1485: Saul Perlmutter Il Premio Nobel per la Fisica dei 2011 fu diviso; una metà fu assegnata a Saul Perlmutter, l’altra meta congiuntamente a Brian P. Schmidt e Adam G. Riess «per la scoperta dell’espansione accelerata dell’universo attraverso osservazioni di supernove distanti». |
1486: Fotografia astronomica Lo spettacolo della Via Lattea, i dettagli della superficie lunare, i colori di una supernova o di una nebulosa, gli scintillanti ammassi di stelle e galassie distanti migliaia di anni luce dalla Terra: questi e molti altri sono i soggetti della fotografia astronomica. In questo manuale Luca Fornaciari, astrofotografo e divulgatore di successo, spiega come riuscire a ottenere incredibili scatti della profondità del cosmo. Si parte con un’introduzione alle nozioni tecniche di base e alla conoscenza del cielo notturno, per poi passare a illustrare i tre rami in cui si divide questo genere: la fotografia paesaggistica notturna, l’imaging planetario e l’astrofotografia deep sky. Vengono quindi descritte le attrezzature necessarie e spiegate le fasi della progettazione dello scatto, della ripresa e della post-produzione. Un manuale completo e ricco di immagini spettacolari, adatto a chi — principiante o professionista — vuole fotografare le meraviglie dei cielo stellato e del corpi celesti. ARGOMENTI IN BREVE: |
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1487: Kary B. Mullis Il Premio Nobel per la Chimica del 1993 fu assegnato «per i contributi allo sviluppo di metodi nell’ambito della chimica basata sul DNA» congiuntamente per metà a Kary B. Mullis «per la sua invenzione del metodo della reazione a catena della polimerasi (PCR)» e per metà a Michael Smith «per i suoi contributi fondamentali all’istituzione della mutagenesi sito-specifica basata sugli oligonucleotidi e al suo sviluppo per gli studi sulle proteine». |
1488: Max Plank Nato a metà Ottocento, Max Planck rivoluzionò il mondo della fisica del XX secolo fino ai giorni nostri, aprendo la strada alla teoria dei quanti. Nel 1900 trovò la soluzione a un problema che la meccanica classica, la termodinamica e l’elettromagnetismo non riuscivano a descrivere teoricamente, ovvero come l’energia della radiazione emessa da un corpo nero si distribuisce tra le diverse lunghezze d’onda. Questa ricerca lo condusse a proporre un idea “rivoluzionaria” la radiazione e la materia scambiano energia tramite pacchetti discreti, i quanti. Il singolo quanto, indivisibile, ha un’energia pari al prodotto tra una costante universale, poi detta costante di Planck, e la frequenza della radiazione. Lo stesso scienziato non fu subito consapevole della portata della scoperta e la considerò una visione «puramente formale»; in realtà, il concetto che l’energia, al pari della materia, avesse una struttura atomistica portò Einstein nel 1905 alla spiegazione dell’effetto fotoelettrico e diede il via allo sviluppo della meccanica quantistica. Il Premio Nobel per la Fisica dcl 1918 venne assegnato a Max Karl Ernst Ludwig Planck «in riconoscimento dci servizi resi al progresso della fisica con la sua scoperta dei quanti di energia». Planck affrontò anche la politica nazista difendendo, per quanto possibile, la comunità scientifica tedesca (e non solo) contro la persecuzione antiebraica e soffrendone in prima persona le conseguenze: suo figlio Erwin fu giustiziato per aver preso parte al complotto antihitleriano dcl 1944. |
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1489: Ernico Fermi Enrico Fermi, uno dei più grandi fisici del Novecento, è passato alla storia come il padre dell’energia nucleare. A venticinque anni fu il primo docente italiano di fisica teorica e con il suo gruppo di fisici, “i ragazzi di via Panisperna”, compì le ricerche sulla radioattività artificiale. Con due colpi di genio, capì che per bombardare i nuclei non bisognava usare come proiettili particelle cariche — a differenza di quanto si faceva perché sarebbero state respinte dal nucleo da bersagliare, ma neutroni, che non hanno carica elettrica; poi, che occorreva rallentarli, in modo che fosse maggiore la probabilità di essere catturati. In tal modo ottenne la prima fissione dell’uranio. Per questi fondamentali lavori sui neutroni ebbe, nel 1938, il premio Nobel per la fisica «per le sue dimostrazioni dell’esistenza di nuovi elementi radioattivi prodotti dall’irradiazione di neutroni, e per la relativa scoperta delle reazioni nucleari provocate dai neutroni lenti». Da Stoccolma, dove era giunto con la famiglia, temendo ripercussioni delle leggi razziali nei confronti della moglie Laura, ebrea, si imbarcò direttamente per gli Stati Uniti. A Chicago realizzò nel 1942 la prima pila atomica, cioè il primo generatore di energia da fissione nucleare attraverso una reazione a catena. Fu poi un personaggio chiave del progetto Manhattan, che doveva portare alla realizzazione della prima bomba atomica. Fermi scrisse altri due capitoli essenziali della fisica: gettò le basi della teoria statistica sulla distribuzione dell’energia delle particelle fondamentali con spin semi-intero, poi chiamata di Fermi-Dirac, e la teoria sul decadimento beta dei nuclei radioattivi, in cui per la prima volta si presuppose l’esistenza del neutrino. |
1490: Emmanuelle Charpentier, Jennifer Doudna Da tempo le tecnologie di ingegneria genetica vengono usate per modificare il DNA delle cellule per scoprire come funzionano i processi della vita e per sviluppare nuove armi terapeutiche per diagnosticare e curare malattie. Finora queste tecniche richiedevano tempi lunghi e costi elevati; inoltre i risultati non erano sempre precisi e talvolta apparivano impossibili da raggiungere. Ma alcuni anni fa una scoperta casuale in microbiologia ha permesso di individuare un sistema, prima sconosciuto, con il quale i batteri riescono a disarmare i virus che li infettano, riuscendo a identificare le sequenze di DNA virale e distruggendole. Tale scoperta, compiuta dalla francese Emmanuelle Charpentier, è stata poi sviluppata con la collega statunitense Jennifer Doudna, mettendo a punto una tecnica chiamata CRJSPR-Cas. Con queste “forbici genetiche” e una sorta di “copia e incolla” è possibile in tempi brevi riscrivere la parte del codice genetico del DNA come se fosse un testo, con grande precisione e in maniera relativamente semplice, per innumerevoli scopi. Premiati con il Nobel per la chimica 2020 «per lo sviluppo di un metodo per l’editing dei genoma». |
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