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1541: Hale Boop
cercare - veder - osservare - fotografare la cometa del secolo

II 22 luglio 1995 due astrofili americani, mentre scrutavano il cielo alla ricerca di M 70,
si imbatterono in una inattesa macchia luminosa di alcuni primi di diametro e di magnitudine 10,5 proprio a ridosso di M 70.
Appurato che l’oggetto si muoveva in cielo con un rilevabile moto proprio, non perdettero tempo nel darne comunicazione a Daniel Green (Central Bureau for Astronomical Telegrams) che ne annunciò la scoperta alla comunità scientifica il 24 luglio con la circolare TAU n° 6187. Grazie ad un paio di immagini precedenti alla scoperta eseguite il 29/5/95 da T. Dickinson (Arizona) ed il 27/4/93 da C. P. Cass (Anglo Australian Observatory) quando la cometa era di magnitudine +18, è stato possibile determinare l’orbita in modo pressoché definitivo. Si è così visto che la Hale-Bopp, al momento della scoperta, si trovava a circa 1 miliardo di chilometri dal Sole, ben al di là dell’orbita di Giove. Era quindi inusuale che la cometa presentasse a tale distanza una così elevata luminosità.
Le ipotesi erano due: o la cometa stava vivendo un episodio di “outburst”, cioè un improvviso e momentaneo aumento di luminosità, o il nucleo della cometa era così grande da dar vita ad una attività di emissioni di polveri decine di volte superiore al normale (circa 100 volte di più della cometa di Halley)… (Alessandro Dimai)




1542: Determinazione delle coordinate geografiche del sito osservativo

Estratto da “Rivista del Dipartimeto del Territorio” n.3, 1998,

Con riferimento specifico al territorio italiano, ci appresteremo a determinare le coordinate geografiche di un punto qualunque mediante l’uso della cartografia nazionale e utilizzando il metodo grafo-numerico.
Allo scopo di cui sopra, si lavorerà su di un elemento cartografico denominato «tavoletta» alla scala di rappresentazione di 1:25.000, la quale riproduce un territorio dell’estensione di circa 10x10 chilometri e di 5’ in latitudine per 7’30” in longitudine, edita dall’istituto Geografico Militare (IGM) con sede a Firenze... (Michele Mazzuccato)

Nel 1992 le coordinate geografiche del Planetario di Ravenna furono calcolate con questo metodo da Roberto Fabris, geometra e meridianista. [Massimo Bruschi]

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1543: Parola di Galileo
Attualità di uno scienziato in una scelta commentata dei suoi scritti

«Io credo nell’uomo, questo vuoi dire che credo nella sua ragione.» [G.G.]

Ogni persona di cultura sa cosa di Galileo si dice, ma non quello che Galileo dice. Diamogli dunque la parola, affinché egli porti all’attenzione di tutti, in particolare dei giovani, il suo messaggio di ragione, onestà intellettuale, indipendenza di pensiero.
Un messaggio più che mai attuale nella dilagante irrazionalità del millennio che si chiude.
La selezione di scritti qui proposta — preceduta da un sorprendente autoritratto inedito — tocca i temi a Galileo più cari ed è commentata in modo agile e accessibile sia sotto il profilo scientifico che sotto quello storico-letterario. Oltre ad apprezzare l’opera di un italiano sommo come scienziato e come scrittore, il lettore si stupirà nel verificare attraverso un test quanti pregiudizi pre-galileiani sopravvivano a tutt’oggi tra le nozioni scientifiche più diffuse.




1544: Prima dell'inizio
il nostro universo e gli altri

La scienza nasce dalla meraviglia di fronte all’insolito, all’inatteso, al bizzarro. Cosa c’è di più strano del fatto che l’universo esista, con la sua complessa architettura di galassie, stelle, sole e pianeti? Per millenni teologia e filosofia hanno cercato di spiegarci l’origine, il divenire e (eventualmente) la fine del Cosmo. Dopo Copemico e Galileo, Newton ed Einstein, la fisica ha finalmente ricostruito la storia dell’universo come l’evoluzione a partire dalla grande esplosione iniziale, il Big Bang. Siamo così davvero riusciti a penetrare nel mistero della creazione?
Martin Rees, “autorità indiscussa nel campo dell’astronomia”, come dice di lui Stephen Hawking, ci spiega che il Big Bang da cui avrebbe tratto origine il nostro mondo non è altro che un evento locale in un multiverso di cui ci sfugge la configurazione globale. Rinasce così, sulle basi delle discipline scientifiche più avanzate, l’antica idea della pluralità dei mondi, quella stessa per la quale fu bruciato sul rogo, nel 1600, il filosofo Giordano Bruno. Più la scienza procede nella comprensione della natura, più il nostro stupore è destinato ad aumentare.

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1545: Questo bizzarro universo

La moderna astronomia ha posto una serie di problemi bizzarri, per la varietà e per la stravaganza dei fenomeni e dei problemi studiati. Per esempio: esiste un solo universo o infiniti universi? «Naturalmente non avrei mai posto una tale domanda - dice l’Autore - se non pensassi che ci sono valide ragioni per credere che esistano molti universi»; e il Lettore si accorgerà che le argomentazioni di Sciama sono fondamentali, per ragioni scientifiche e anche filosofiche.
Altri argomenti esaminati dall’Autore riguardano il problema delle sorgenti di energia: che cosa fa brillare il Sole e le stelle?
Che cosa fa esplodere una supernova, çhe per un certo tempo diventa più brillante di tutta la galassia di cui fa parte?
Qual è la sorgente di energia per le esplosioni, ancora più grandi, che producono le radiogalassie e i quasar?
Di che cosa è composta la materia oscura dell’universo?
Se conoscessimo le risposte a queste domande, potremmo capire le modalità principali in cui possono aver luogo, in natura, le trasformazioni di energia, e molti dei problemi astronomici potrebbero essere risolti.




1546: Un solo universo o infiniti universi?

Fin dalle prime pagine il lettore dimentica le vesti accademiche del professore universitario e si lascia catturare dal vivace racconto delle sfide, vecchie e nuove, della scienza.
Davies traduce i concetti più complicati in un linguaggio semplice e focalizza l’attenzione sui grandi temi della cosmologia e dell’astronomia: la possibilità, aperta dalla fisica moderna, della coesistenza di più “Universi”, il viaggio nel tempo, i buchi neri, la gravità quantistica, il rapporto tra scienza e religione. La tensione didattica e la grande vocazione comunicativa sono le due anime di quest’opera, che ha tutti i crismi del lavoro scientifico e il ritmo appassionante della narrativa.
Chi legge Davies può imparare divertendosi e scoprire attraverso la scienza che la nostra esistenza ha un senso.

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1547: T.Rex e il cratere dell'apocalisse

Settantacinque milioni di anni fa una cometa, o un asteroide, di dimensioni enormi si schiantò sulla Terra provocando un’esplosione equivalente a quella di cento milioni di bombe H. Seguirono terribili cataclismi: una gigantesca onda di maremoto, incendi, mesi di buio e di gelo, quindi un fortissimo surriscaldamento del pianeta.
Quando le condizioni ambientali tornarono normali, metà delle specie animali e vegetali si era estinta. Quasi tutti gli studiosi oggi concordano nel ritenere che questa storia terrificante sia la soluzione del grande giallo sull’estinzione dei dinosauri.
Walter Alvarez, geologo nonché uno dei quattro scienziati di Berkeley che per primi hanno rinvenuto le tracce dell’enorme impatto, racconta l’affascinante lavoro di investigazione scientifica che ha svelato il mistero. Questo libro è la cronaca di grandi avventure in zone sperdute del mondo, di paziente ricerca e raccolta di dati nell’isolamento quasi totale, di lunghi periodi di frustrazione e improvvisi successi, dell’entusiasmo della scoperta.




1548: All'estremo orizzonte dell'Universo
i misteri dell'Astronomia Gamma

Dalle prime osservazioni del cielo fino a circa cinquant’anni fa, l’astronomia ha potuto studiare solo gli oggetti celesti percepibili dall’occhio umano.
Grazie ai fotoni appartenenti alla parte visibile dello spettro elettromagnetico, stelle, Luna e pianeti sono stati i primi a essere osservati da Terra, all’inizio a occhio nudo e poi con strumenti sempre più precisi e ii grado di vedere più da vicino gli oggetti sulla volta celeste.
Per molto tempo l’informazione trasportata da fotoni diversi dalla luce visibile è rimasta un mistero: inaccessibile a basse energie, praticamente vietata alle alte energie a causa della presenza dell’atmosfera terrestre.
I fotoni più energetici, infatti, non riescono a raggiungere direttamente la superficie terrestre ma possono interagire ed essere assorbiti nei vari strati dell’atmosfera. Ciò evita all’uomo l’esposizione a radiazioni dannose, ma restringe il campo d’informazione sui fenomeni più violenti nell’Universo, quelli che ne svelano l’originaria struttura. La loro rivelazione — a differenza delle particelle cariche — fornisce un’informazione diretta delle caratteristiche e della localizzazione di un oggetto celeste: il fotone non viene deviato rispetto alla sua direzione di provenienza, come invece accade per i raggi cosmici (costituiti tipicamente da flussi di protoni), deviati da campi magnetici. L’Astronomia Gamma, che studia le radiazioni più energetiche, è nata con la conquista dello spazio. È dunque una scienza giovane, che cerca di soddisfare la curiosità sui fenomeni caratterizzati dall’emissione a energie comprese tra qualche MeV (Mega elettronVolt) e qualche centinaio di GeV (Giga elettronVolt), appunto i raggi gamma.

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1549: Il clima che cambia

[…] bisogna ammettere che, sull’onda dell’effetto serra, l’allarme per il clima che cambia è un ritornello fin troppo sentito. Non passa estate che non si raggiungano temperature da record: «mai negli ultimi cinquant’anni», ci tiene a ricordarci il bravo anchor—man di turno, con gli occhi sgranati su bagnanti pigri e fontane affollate. E potete scommettere che il prossimo inverno, alla prima botta di freddo, l’Italia sarà una penisola «avvolta dalla morsa del gelo». Per carità, è pur vero che uno deve arrivarci, in qualche modo, alla fine dei telegiornale. Ma davvero ogni anno, insieme a quelli dell’atletica leggera e del nuoto, crollano puntualmente anche i record della temperatura ? Ovviamente, no. E allora perché tante preoccupazioni? Perché, in un modo o nell’altro, l’intervento dell’uomo sull’ambiente che lo circonda non è mai stato così prepotente e brutale come nell’ultimo mezzo secolo.

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1550: Il secondo Big Bang
esplosioni cosmiche ai confini dell'Universo

Per più di venti anni gli astronomi si sono divisi sull’origine dei Gamma Ray Burst, immani fontane di luce la cui energia non poteva che scaturire dalla collisione di corpi celesti. Il gruppo di astronomi italiani del satellite BeppoSAX ha contribuito a svelare il mistero dei GRB aprendo una nuova stagione di ricerche sull’argomento. Oggi si ritiene che queste esplosioni di raggi gamma, seconde soltanto al Big Bang per il valore delle energie in gioco, si verifichino ai confini dell’universo conosciuto.
Il libro racconta questa straordinaria stagione di ricerca che i due autori hanno vissuto in prima persona. Entrambi gli autori fanno parte dei gruppo di ricerca italiano sui GRB che ha vinto ii Premio ‘Bruno Rossi 1998’ assegnato dall’American Astronomical Society ai team BeppoSAX.
Alessandro Coletta si è laureato in Fisica presso il gruppo di astronomia infrarossa dell’Università di Roma La Sapienza. Dal 1990e nel Team BeppoSAX della Telespazio che ha sviluppato il Segmento di Terra del satellite. Dal 1996 è responsabile del Centro Operativo Scientifico di BeppoSAX presso la Telespazio.
Giangiacomo Gandolfi si è laureato in Fisica all’Università di Roma e ha svolto attività di ricerca nel campo dell’astronomia ottica presso il locale Osservatorio. Dal lancio di BeppoSAX fino al maggio 1999 è stato Duty Scientist al Centro Operativo Scientifico del satellite. Attualmente è ricercatore presso l’istituto di astrofisica dei CNR di Roma.

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