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1561: La teoria del quasi tutto

Esiste una teoria fisica, formulata nel XX secolo, in grado di spiegare la struttura fondamentale della materia e dell’energia, le forze elettriche e magnetiche, le forze nucleari che tengono insieme le particelle e le particelle stesse, ma anche il comportamento della luce, le reazioni che alimentano il Sole e addirittura i primi istanti di vita dell’universo.
Questa teoria si chiama “Modello Standard” delle particelle elementari, e Robert Oerter ne offre in questo libro la prima attenta e lucida panoramica. Senza tralasciare, peraltro, la stringente attualità che circonda gli studi condotti dagli scienziati. Nel 2007 entrerà infatti in funzione il Large Hadron Collider del CERN, il più potente acceleratore di particelle al mondo, un anello lungo 27 chilometri che permetterà di rispondere a molti interrogativi: primo fra tutti, esiste veramente il bosone di Higgs, la particella la cui esistenza prevista dal Modello Standard, responsabile del fatto che nell’universo esista una proprietà fisica nota come massa? La teoria del quasi tutto è una lettura fondamentale per chi voglia capire cosa la fisica moderna ci dice e non ci dice sulla natura dell’universo.




1562: Ragione per cui

Secondo Einstein, l’intera scienza altro non è che un affinamento del pensare quotidiano. E per Newton la fisica deve guardarsi dalla metafisica. Da questi due concetti prende spunto “Ragione per cui”, atteso complemento di “Perché accade ciò che accade”, il fortunato testo che ha avuto quindici ristampe.
Questo libro risponde a quesiti scientifici che hanno attratto la curiosità degli uomini fin dall’antichità, ma anche a interrogativi della fisica più attuale e moderna.
Nella presentazione di Piero Angela si legge: «Il libro... ci invita a osservare la realtà utilizzando la parte più nobile del cervello, quella che presiede all’intelligenza... è augurabile non solo che queste pagine siano lette da un pubblico numeroso, ma che qualche insegnante illuminato  le faccia circolare anche tra i suoi studenti».

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1563: Photographier le ciel
(de l'observateur débutant à l'expert)

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1564: Tutto sui buchi neri

Che cosa sappiamo del buchi neri?
Che cosa sappiamo sull’universo, e come lo sappiamo?
Da dove è venuto, e dove sta andando?
L’universo ebbe un inizio e, in tal caso, che cosa c’era prima? Qual è la natura dei tempo?
Il tempo avrà mai fine?
Per comprendere l’inizio e l’eventuale fine dell’universo dovremo unificare
la teoria della Relatività generale di Einstein con il principio d’indeterminazione della meccanica quantistica.
Le meta ultima di una teoria unificata può essere appena dietro l’angolo, ma anche appena fuori
della nostra portata
.
Stephen Hawking

- indice della pubblicazione -

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1565: C'è vita nell'Universo?
La scienza e la ricerca di altre civiltà

Da quando l’uomo osserva la volta celeste ipotizza che lassù tra le stelle ci siano mondi abitati da esseri viventi intelligenti. Oggi alcuni scienziati ritengono che esistano elevate probabilità di trovare forme di vita strutturalmente semplici come i batteri in pianeti che orbitano attorno a stelle simili al Sole. Se ciò si rivelasse vero potremmo pensare che su altri corpi celesti si replichi in futuro — o si sia già ripetuto — quanto è avvenuto sulla Terra, dove la vita sarebbe appunto comparsa con i batteri dopo la formazione dei primi mari. Non sappiamo quanto sia grande l’universo e quindi non possiamo dire quanti pianeti esistano. Sappiamo però che nella nostra galassia ci sono almeno quattrocento miliardi di stelle e che l’universo è popolato da almeno cento miliardi di galassie, ognuna formata da decine o centinaia di miliardi di stelle. Grazie al progresso tecnologico la scienza si muove a una velocità sempre maggiore, scava in profondità, scardina certezze, disegna nuovi scenari, pone interrogativi. Le ipotesi sul terreno, scrivono gli autori, sono molte, non tutte supereranno la prova dei fatti ma chiunque sia mosso da un autentico desiderio di conoscenza vi si deve confrontare, innanzitutto su un piano culturale. Perché dovremmo ritenere che la Terra sia unica? Perché, se le leggi fisiche che conosciamo sulla Terra valgono in tutto l’universo, non dovrebbe essere lo stesso per le leggi biologiche? Porsi queste domande significa prepararsi a riconoscere che non siamo soli, una prospettiva che fino a ora avevamo raccontato come una fantasia, confinandola nel mondo immaginario, a volte sogno, a volte incubo.




1566: Le energie del futuro

Nei prossimi anni la supremazia degli idrocarburi come fonti energetiche è destinata a scomparire: se, infatti, oggi il 62% della produzione di energia mondiale proviene dal petrolio e dal gas naturale, alla fine di questo secolo la quota scenderà al 50%, mentre il restante 50% sarà fornito da fonti alternative, alcune rinnovabili e altre no (nucleare e carbone, ma anche energia eolica, solare ecc.).
Se questo processo di sostituzione è necessario, d’altro canto presenta numerosi problemi: di tipo ambientale — si pensi allo smaltimento delle scorie nucleari e alla pericolosità delle centrali — o di tipo economico, per esempio l’alto costo di produzione delle energie cosiddette “verdi” o l’impennata dei prezzi dei cereali causata dall’aumento della domanda per la produzione del biofuel.
Dopo essere intervenuto nel dibattito scientifico ed economico pronunciandosi contro la tesi dell’imminente esaurimento del petrolio, l’autore torna sul tema dell’energia affrontando, con il suo caratteristico stile vivace e accattivante — e spesso senza peli sulla lingua —, la questione del futuro energetico sul lungo periodo, ovvero se e quando le energie alternative potranno sostituire dapprima il petrolio e poi gli altri idrocarburi.

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1567: L'enigma di Poincaré

Per un secolo la Congettura di Poincaré è stata per i matematici una sorta di sfuggente Santo Graal. Facile da formulare, sembrava quasi impossibile da provare: su di essa si sono infranti decine di brillanti matematici, alcuni rovinando la propria carriera, altri creando gli strumenti matematici che sarebbero serviti allo sviluppo di altre branche della scienza, come la teoria cosmologica delle stringhe.
Ma la dimostrazione continuava a sfuggire, anche quando la sfida si è fatta più accanita, grazie al milione di dollari messo in palio da una fondazione per chi fosse riuscito nell’impresa. Fino a che un eccentrico, solitario studioso russo non ha trovato la soluzione.
In un libro che a tratti assume i contorni del romanzo giallo, George G. Szpiro ci racconta la storia della Congettura di Poincaré, accompagnandoci tra i segreti della topologia e delle dimensioni superiori, fino alla sua soluzione.
E alla storia della congettura intreccia l’enigma della figura di Perelman, il matematico russo che solo riuscì a dimostrare la congettura ma rifiutò, e ancora continua a rifiutare, qualunque onorificenza o premio.




1568: Luce colore visione
Perché si vede ciò che si vede

Il mistero delta luce, dei colori e delta visione ha affascinato l’uomo attraverso i secoli. Fonte di vita, simbolo di intendimento, strumento di comunicazione, la luce è un fenomeno dai mille risvolti insieme attraenti e misteriosi.
Questo libro si propone di rispondere alle tante domande che nascono di fronte all’inesauribile sorpresa di poter vedere. Vi si spiega che cos’è la luce, come si genera, perché si propaga anche nel vuoto, perché può apparirci bianca o colorata. Si parla dei colori della natura e dei materiali e di come il sistema occhio-cervello li percepisce, andando incontro a curiosi effetti psicologici, a illusioni ottiche e miraggi. Il libro, pur non rinunciando al rigore scientifico, si rivolge a tutti coloro che nutrono curiosità per i meccanismi della percezione e per gli eventi del vivere quotidiano.
Vedere è sapere, saper vedere è sapere di più, ma soprattutto gioire di più. Questo libro ci convincerà che capire come l’uomo interagisce con il mondo esterno tramite il veicolo della luce significa salire un gradino più in alto nella scala del piacere estetico.

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1569: L'infinitamente grande
L'astronomia e il Vaticano

Per più di 100 anni, il Vaticano ha sostenuto un osservatorio astronomico. Ma non ci deve sorprendere che ancor prima della Riforma Gregoriana del Calendario neI 1582, risalendo all’invenzione dell’Università (dove lo studio dell’astronomia era un requisito per tutti coloro che volevano un dottorato in filosofia o teologia!) la Chiesa non solo ha sostenuto la ricerca astronomica... ma ha considerato lo studio dei cieli un modo per conoscere il Creatore!
Dopo l’occupazione di Roma nel 1870 e la perdita dell’originario osservatorio, nel 1891 il grande Papa Leone XIII diede un nuovo impulso all’osservatorio sotto il nome di Specola Vaticana che operava nella Torre dei Venti dei Vaticano durante la prima decade dei XX secolo. Dopo la riconciliazione con l’Italia, negli anni 1932-1935 Pio XI fondò l’attuale Specola Vaticana nel Palazzo Pontificio di Castel Gandolfo. Un nuovo importante sviluppo si ebbe nel 1980, quando la collaborazione con l’Università dell’Arizona rese operativo un nuovo Telescopio Vaticano a Tecnologia Avanzata (VATT) sul Monte Graham, a un’altitudine di 3.200 metri. […] Il libro affronta anche la questione del rapporto tra la cosmologia scientifica e il tema della creazione e in uno dei capitoli sono riportati alcuni brani tra i più significativi dei discorsi dei recenti Pontefici Romani, da Leone XIII a Benedetto XVI.




1570: La legge empirica delle distanze planetarie di Titius-Bode
Estratto da Atti della Fondazione Giorgio Ronchi anno65 numero5, sett-ott 2010.

Già nel 1741, ii filosofo e matematico tedesco Christian Wolff “Wolfio” (1679-1754) notò qualcosa di strano e di curioso nei valori delle distanze planetarie, queste, infatti, non sono distribuite casualmente, ma sembrano essere regolate da una legge. La prima relazione, nota come legge delle distanze planetarie, venne trovata da un altro tedesco, il matematico, fisico e astronomo Johann Daniel Tietz von Wittenberg latinizzato “Titius”(1729-1796) che l’annunciò, per la prima volta, nella propria traduzione tedesca (1766) dell’opera dei naturalista svizzero Charles Bonnet (1720-1793) Contemplation de la Nature (1764), dandone una formula zione empirica nel 1772.
Relazione che venne riformulata, enunciata matematicamente nella forma attualmente conosciuta e popolarmente diffusa dall’astronomo anch’esso tedesco Johann Elert Bode (1747-1826), il fondatore nel 1774 insieme a Johann Heinrich Lambert (1728-1777) del Berliner Astronomisches Jahrbuch, e apparsa nell’opera Anleitung zur Kenntniss des gestirnten Himmels del 1778.

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